L’ernia iatale asintomatica è una condizione spesso scoperta per caso, magari durante una gastroscopia eseguita per altri motivi. Molte persone convivono con questa alterazione anatomica senza accorgersene, perché non sempre provoca sintomi evidenti o facilmente correlabili alla presenza del difetto erniario.

Tuttavia, la mancanza di disturbi non significa che l’ernia non possa evolvere o creare problemi nel tempo. In alcuni casi, può portare a complicazioni che richiedono un’attenzione medica immediata. Ma quando bisogna preoccuparsi? Quali segnali indicano un possibile peggioramento? E soprattutto, cosa si può fare per gestire la situazione in modo efficace?

In questo articolo, analizziamo nel dettaglio l’ernia iatale asintomatica, esplorandone le cause, i rischi e le soluzioni disponibili per evitare complicazioni future.

Cos’è l’ernia iatale?

L’ernia iatale si verifica quando una parte dello stomaco risale attraverso il diaframma, passando attraverso un’apertura chiamata iato esofageo.

Questa anomalia anatomica può essere di piccole dimensioni e non causare alcun disagio, oppure può diventare più grande e provocare disturbi digestivi, soprattutto quando è associata a reflusso gastroesofageo.

Il diaframma, che separa la cavità toracica da quella addominale, ha il compito di mantenere lo stomaco nella sua posizione naturale. Tuttavia, quando i tessuti si indeboliscono o subiscono una pressione eccessiva, lo stomaco può spostarsi verso l’alto.

Questo fenomeno può essere favorito da una congenita debolezza delle strutture legamentose tra stomaco esofago e diaframma, dall’invecchiamento, dall’aumento di peso o da sforzi intensi, come il sollevamento di carichi pesanti o episodi di tosse cronica.

Tipologie di ernia iatale

Ernia iatale da scivolamento

È la forma più comune e si verifica quando la parte superiore dello stomaco si sposta periodicamente sopra il diaframma.

Questa tipologia è spesso asintomatica e viene scoperta solo durante esami di routine.

Ernia iatale paraesofagea

Meno comune ma più rischiosa, poiché una porzione dello stomaco può rimanere intrappolata sopra il diaframma.

In questi casi, esiste il pericolo di torsione e volvolo gastrico, un’emergenza che richiede un intervento medico immediato.

Perché un’ernia iatale può essere asintomatica?

Molte persone non avvertono alcun sintomo nonostante la presenza di un’ernia iatale. Questo accade perché il corpo riesce a compensare la nuova disposizione dello stomaco senza generare fastidi evidenti.

Quando l’ernia è di piccole dimensioni, il contenuto gastrico potrebbe non risalire nell’esofago, evitando così bruciore di stomaco e rigurgito acido, due dei sintomi più comuni nelle forme associate a Malattia da Reflusso GastroEsofageo (MRGE). Inoltre, alcune persone hanno una soglia del dolore più alta e potrebbero non percepire un lieve reflusso come un problema significativo.

A volte l’ernia iatale causa dei sintomi dovuti non alla MRGE ma alla presenza dello stomaco nel torace, ma il paziente non li percepisce come disturbi “gastrici”. Pensiamo ad esempio alle tachicardie post prandiali, dovute al contatto tra stomaco gonfio e il cuore, all’affanno che insorge dopo un pasto abbondante, sintomo questo dovuto sempre alla posizione dello stomaco in torace tra i due polmoni e il cuore.

Tuttavia, il fatto che l’ernia non causi disturbi evidenti o non compresi dal paziente (o dagli stessi medici!) come dovuti all’ernia iatale, non significa che non possa peggiorare nel tempo o che questi sintomi non siano importanti. Per questo motivo, è indispensabile monitorare la situazione e adottare misure preventive per evitare un’evoluzione negativa o correggere immediatamente l’ernia iatale con un intervento chirurgico.

Quando un’ernia iatale asintomatica diventa pericolosa?

Nonostante l’assenza di sintomi, l’ernia iatale può diventare pericolosa in determinate circostanze. I segnali che dovrebbero destare preoccupazione includono difficoltà a deglutire, dolore toracico persistente, episodi di vomito inspiegabile e anemia da carenza di ferro.

La disfagia, ossia la difficoltà nel far scendere il cibo lungo l’esofago, potrebbe indicare una compressione o un restringimento della parte inferiore dell’esofago. Il dolore toracico, che può essere scambiato per un problema cardiaco, potrebbe derivare dall’irritazione della mucosa esofagea a causa del reflusso silente, ovvero una risalita di succhi gastrici che non provoca sintomi evidenti ma che, nel tempo, può danneggiare l’esofago.

In alcuni casi, un’ernia iatale può causare piccole lesioni della mucosa gastrica o esofagea, con conseguenti perdite di sangue che, nel lungo periodo, possono portare ad anemia. La presenza di sintomi come stanchezza, pallore e vertigini potrebbe essere il segnale di una carenza di ferro legata a micro emorragie gastriche.

Se compaiono questi sintomi, è essenziale rivolgersi a un medico per valutare la situazione e, se necessario, intervenire con cure specifiche.

Come viene diagnosticata un’ernia iatale?

Anche se l’ernia iatale non provoca disturbi evidenti, può essere individuata attraverso esami diagnostici come la gastroscopia, la radiografia con contrasto al bario e la manometria esofagea.

La gastroscopia è l’esame più utilizzato per osservare direttamente lo stomaco e l’esofago, verificando la presenza di alterazioni anatomiche o infiammazioni. La radiografia con contrasto al bario permette di visualizzare il passaggio dello stomaco attraverso il diaframma, mentre la manometria esofagea aiuta a valutare la funzionalità della muscolatura esofagea, utile per distinguere l’ernia da altre patologie digestive e identificare a quale altezza si trova lo sfintere esofageo inferiore, ovverosia quanto l’esofago e lo stomaco siano risaliti in torace.

Se l’ernia viene diagnosticata, anche in assenza di sintomi, è consigliato effettuare controlli periodici per monitorarne l’evoluzione.

Cosa fare se si ha un’ernia iatale asintomatica?

Se un’ernia iatale è di piccole dimensioni e non provoca sintomi, spesso non è necessario alcun trattamento specifico. Tuttavia, adottare alcune abitudini sane può contribuire a prevenire un peggioramento.

È utile suddividere i pasti in porzioni più piccole e consumare cibi facilmente digeribili, evitando pasti abbondanti prima di coricarsi. Alcuni alimenti, come fritti, alcol, caffè e agrumi, possono favorire il reflusso e andrebbero limitati. Anche la postura durante il sonno può fare la differenza: dormire con il busto leggermente sollevato aiuta a ridurre la pressione sullo stomaco.

Mantenere un peso corporeo adeguato è un altro fattore determinante, poiché il sovrappeso aumenta la pressione sull’addome, facilitando la risalita dello stomaco. Anche evitare il fumo è importante, poiché il tabacco favorisce il rilassamento del cardias, la valvola che separa lo stomaco dall’esofago, facilitando il reflusso acido.

Quando è necessario un intervento chirurgico?

Se l’ernia diventa di grandi dimensioni o inizia a causare sintomi gravi, o invalidanti come affanno, tachicardie, tosse insistente, anemia cronica, raucedine, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico. L’operazione più comune è la fundoplicatio di Nissen o di Toupet, che prevedeno il riposizionamento dello stomaco nella sua sede naturale e il rafforzamento della valvola esofagea per prevenire il reflusso.

L’intervento viene preso in considerazione solo nei casi in cui le terapie conservative non siano efficaci o quando l’ernia comporta rischi per la salute.

Per concludere

Un’ernia iatale asintomatica non rappresenta necessariamente un problema, ma va monitorata con attenzione per evitare che possa evolversi nel tempo. Sintomi non direttamente riconducibili allo stomaco vanno evidenziati perché potrebbero dipendere dall’ernia iatale.

Adottare uno stile di vita sano, prestare attenzione ai segnali del corpo e sottoporsi a controlli periodici sono strategie fondamentali per prevenire complicazioni e mantenere il benessere gastrointestinale e generale dell’individuo.

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