La colecisti, comunemente conosciuta come cistifellea, è un organo piccolo ma fondamentale situato sotto il fegato.
Il suo compito principale è quello di immagazzinare e concentrare la bile, una sostanza indispensabile per la digestione dei grassi.
Quando la colecisti si infiamma, si parla di colecistite, una condizione che può diventare dolorosa e complicata se non trattata tempestivamente.
Capire cosa scatena la colecistite è fondamentale per adottare misure preventive efficaci e scegliere il trattamento più adeguato.
Colecisti infiammata: definizione e funzione della colecisti
La colecisti svolge un ruolo cruciale nell’apparato digerente.
Durante la digestione dei grassi, questo piccolo organo si contrae per rilasciare la bile nell’intestino tenue, facilitando l’assimilazione dei nutrienti.
Quando il normale flusso della bile viene ostacolato, la bile ristagna all’interno della colecisti, causando infiammazione e sintomi dolorosi.
Colecistite: cos’è e perché si verifica
La colecistite rappresenta un’infiammazione acuta o cronica della colecisti.
Nella maggior parte dei casi si verifica a causa di calcoli biliari che ostruiscono il dotto cistico, impedendo alla bile di fluire liberamente.
Questa ostruzione aumenta la pressione interna della colecisti e favorisce la proliferazione batterica, peggiorando il quadro infiammatorio.
Se non trattata, la colecistite può degenerare in complicanze gravi come perforazione o infezioni diffuse e peritonite.
Cause principali della colecistite
La causa più comune della colecisti infiammata è la presenza di calcoli biliari.
Questi aggregati solidi, formati da colesterolo o pigmenti biliari, possono bloccare il dotto cistico, generando ristagno della bile e infiammazione.
Le infezioni batteriche costituiscono un altro importante fattore scatenante.
Batteri come Escherichia coli e Klebsiella possono proliferare nella bile stagnante, aggravando l’infiammazione della colecisti.
Esiste inoltre una forma chiamata colecistite acalcolotica, che si sviluppa senza la presenza di calcoli, spesso in pazienti debilitati o ricoverati in terapia intensiva.
Sintomi della colecisti infiammata
Il principale sintomo della colecistite è un dolore addominale intenso localizzato nella parte superiore destra dell’addome.
Questo dolore può irradiarsi verso la spalla destra o la schiena e tende a peggiorare dopo pasti ricchi di grassi.
Molti pazienti sperimentano anche nausea, vomito e febbre, che sono indicatori della presenza di un’infezione in atto.
In casi più avanzati, può manifestarsi ittero, ovvero l’ingiallimento della pelle e delle sclere oculari, segnalando un’ostruzione grave delle vie biliari.
Come viene diagnosticata la colecistite
La diagnosi di colecisti infiammata parte dall’osservazione dei sintomi clinici.
Gli esami del sangue rivelano solitamente un aumento dei globuli bianchi e alterazioni degli enzimi epatici, segnali di infezione e sofferenza biliare.
L’ecografia addominale rappresenta l’esame strumentale di prima scelta, poiché consente di visualizzare la presenza di calcoli, l’ispessimento delle pareti della colecisti e l’eventuale presenza di liquido attorno all’organo.
In situazioni particolarmente complesse, possono essere impiegate la TAC o la risonanza magnetica.
Trattamento della colecisti infiammata
Il trattamento della colecistite varia a seconda della gravità della condizione ma, la base di ogni trattamento è sempre la rimozione della colecisti: ovverosia la colecistectomia.
Nei casi più lievi si utilizzano antibiotici per combattere l’infezione, associati a farmaci analgesici per alleviare il dolore alla colecisti.
Si ricorre alla colecistectomia, ovvero la rimozione chirurgica della colecisti o appena fatta la diagnosi o alcuni giorni dopo a seconda delle condizioni del paziente.
L’intervento è spesso eseguito in laparoscopia, una tecnica minimamente invasiva che permette un recupero più rapido. La chirurgia robotica è sempre di più impiegata per eseguire la colecistectomia con notevoli vantaggi, specie nei casi più complicati o nei pazienti obesi.
Colecistite acuta vs colecistite cronica
La colecistite acuta si manifesta in modo improvviso, con dolore intenso, febbre elevata e nausea.
Se gli episodi infiammatori si ripetono o non si risolvono completamente, si sviluppa la colecistite cronica, caratterizzata da un deterioramento progressivo della funzionalità della colecisti.
Complicanze della colecistite non trattata
Una colecisti infiammata non adeguatamente trattata può portare a complicanze molto gravi.
Tra le più pericolose troviamo la perforazione della colecisti, che può causare peritonite, un’infezione diffusa nella cavità addominale.
Inoltre, la diffusione dei batteri nel sangue può provocare sepsi, una condizione potenzialmente letale.
Dieta e alimentazione per chi soffre di colecistite
Seguire una dieta corretta è essenziale per chi soffre di colecistite.
Una dieta povera di grassi e ricca di fibre aiuta a ridurre il carico di lavoro sulla colecisti, rendendo la digestione più agevole.
Sono preferibili alimenti freschi, poco lavorati, mentre è consigliato limitare o evitare completamente cibi fritti, grassi e dolci industriali, per prevenire l’aggravarsi dell’infiammazione della colecisti.
Prevenzione della colecisti infiammata
La prevenzione della colecisti infiammata passa attraverso uno stile di vita sano e una dieta equilibrata.
Mantenere un peso corporeo adeguato, praticare esercizio fisico regolare ed evitare lunghi periodi di digiuno sono strategie efficaci per ridurre il rischio di calcoli biliari.
Anche un’alimentazione varia e bilanciata contribuisce a mantenere la bile fluida e ridurre la formazione di sedimenti solidi.
Vivere senza colecisti: cosa cambia dopo l’intervento
Dopo la rimozione della colecisti, la bile viene secreta direttamente dal fegato nell’intestino tenue.
La maggior parte delle persone riesce ad adattarsi perfettamente a questa nuova condizione, pur potendo riscontrare inizialmente una maggiore sensibilità ai cibi particolarmente grassi.
Con il tempo e seguendo una dieta leggera, i disturbi tendono a diminuire e si può tornare a una vita normale.
FAQ sulla colecisti infiammata
La colecistite può guarire senza intervento?
In alcuni casi lievi può risolversi con una terapia farmacologica adeguata, ma è necessario l’intervento chirurgico per evitare una recidiva che è sempre più pericolosa ogni volta che si presenta.
Quanto dura il dolore alla colecisti?
La durata del dolore varia, ma generalmente si protrae da poche ore a diversi giorni.
Se il dolore persiste o peggiora, è fondamentale rivolgersi al medico.
Come capire se ho i calcoli alla colecisti?
L’unico modo certo è effettuare un’ecografia addominale, che può individuare la presenza di calcoli.
Cosa succede se non si cura la colecistite?
Il mancato trattamento può portare a complicanze gravi come perforazione, peritonite o sepsi.
È sempre necessario togliere la colecisti?
Si sempre perché i calcoli si dissolvono e non esistono farmaci che li facciano dissolvere. La calcolosi della colecisti è spesso foriera di gravi complicanze. L’intervento di colecistectomia se seguito in mani esperte, è un intervento sicuro e risolutivo. Le tecniche mininvasive (laparoscopia e robotica) garantiscono sicurezza, efficacia e una rapida guarigione con ritorno alle normali attività molto rapido.
Come si fa a ridurre l’infiammazione della colecisti?
Si utilizzano antibiotici, antidolorifici e si mantiene il paziente a digiuno sotto controllo medico.
Che dieta seguire per la colecistite?
Una dieta povera di grassi, ricca di verdure, cereali integrali e carni magre è consigliata.
Dopo quanti giorni di dolore bisogna andare dal medico?
Se il dolore dura più di sei-otto ore, oppure è molto intenso, bisogna consultare immediatamente uno specialista.
È possibile prevenire i calcoli biliari?
Sì, seguendo un’alimentazione equilibrata e mantenendo uno stile di vita sano.
Qual è la prognosi dopo l’intervento di colecistectomia?
La prognosi è ottima nella maggior parte dei casi, con un ritorno completo alla vita normale ento pochi giorni.